Nuove forme di partecipazione

I partecipanti a un corso fidanzati, appartenenti a un gruppo di nuova generazione emigrata a Basilea

Lo sviluppo della missione con i migranti diviene sempre più spazio di intervento per i laici perché si incrementa la domanda di promozione umana e la diversità di aspettative da parte dei migranti

Oltre ai vari servizi di assistenza alla popolazione migrante, vi sono delle attività offerte dalla Famiglia Scalabriniana e rivolte soprattutto, ma non solo, alla dimensione giovanile e giovanile-adulta per sensibilizzare al fenomeno migratorio. Particolarmente vivaci sono i gruppi giovanili in America Latina, soprattutto in Brasile e un nascente “movimento” (niente di strutturato s’intende) legato ad attività artistico-culturali, ad esempio, in Italia.

In Europa, solo per citare un’area, oltre ai campi di lavoro (ad es. “Io ci Sto” e “Attraverso”, programmi ASCS di Animazione Interculturale Giovanile), ad esperienze di servizio, incontro e condivisione tra volontari, migranti lavoratori e la comunità locale, si sta facendo avanti il linguaggio dell’arte come mezzo trasversale che forma e coinvolge ai temi scalabriniani.

Arte, cornice all’esperienza

Il papa, sorprendentemente, nella recente udienza dopo la canonizzazione di Scalabrini ha toccato quest’ultimo ambito, affermando specificatamente che “per far crescere la fraternità e l’amicizia sociale siamo tutti chiamati ad essere creativi, pensare fuori dagli schemi, siamo chiamati ad aprire spazi nuovi dove l’arte, la musica, lo stare insieme diventino strumenti di dinamiche interculturali dove poter assaporare la ricchezza dell’incontro delle diversità”.

L’arte, lo sappiamo, è cornice all’esperienza, visiva e sociale, e la capacità che gli artisti hanno di attraversare i confini delle discipline, di rivelare la qualità estetica, emozionale e relazionale dei luoghi e delle cose è insostituibile ed è la sfida di pensare ed agire con e in favore dei migranti fuori da confortanti schemi precostituiti.

Padre Gabriele Beltrami