31.12.2022: finisce un altro anno difficile… anche per i migranti

I partecipanti a un corso fidanzati, appartenenti a un gruppo di nuova generazione emigrata a Basilea

Dichiarazione dei Missionari scalabriniani presenti in Europa e Africa

L’anno 2022 nasceva con l’obiettivo di decretare la fine del tempo della pandemia da Covid-19 con il suo carico di morte e dolore. E con tutte le precauzioni del caso, grazie alle diverse campagne di vaccinazione, possiamo dire che i lockdown “fisici e relazionali” sono superati e che tornare a vivere “in presenza” è ridiventato abituale.

Questa ritrovata normalità è stata però subito oscurata dall’invasione russa dell’Ucraina che, da dieci mesi, impone la forza delle armi sulla ricerca di soluzioni pacifiche. E poi si è fatta strada la paura di restare senza energia per il taglio delle forniture di gas e petrolio, oltre alle nuove prove economiche dovute all’aumento dei prezzi delle materie prime e alla crescente difficoltà di arrivare a fine mese per molte famiglie.

La guerra russa in Ucraina ha prodotto, tra le numerose conseguenze tragiche, anche la fuga nei Paesi Ue – soprattutto Polonia e Germania -, di circa 8 milioni di cittadini ucraini. Tale emergenza migratoria ha però prodotto, per la prima volta nella Ue, una risposta di accoglienza positiva e non dettata dalla paura. In effetti, i Paesi Ue attivando la protezione speciale consentono a tutti coloro che fuggono dall’Ucraina di entrare e di circolare liberamente in Europa oltre alla concessione di permessi di lavoro e accesso a un sistema di accoglienza e alle scuole per tutti i minori.

Tale risposta positiva ha permesso e permette ancora a tanti Ucraini di “sentirsi accolti” nei Paesi europei nonostante il dolore della fuga dalla terra natia. Si poteva sperare allora che tale approccio positivo raggiungesse anche gli altri migranti che fuggivano da altri Paesi in cerca di sopravvivenza in Europa anche attraversando il “cimitero” del Mediterraneo.

E invece l’accanimento della politica contro le ONG che operano nel Mediterraneo nella ricerca e nel salvataggio dei naufraghi che a fine 2022 cerca di rendere sempre più complicato tale azione rivela che non abbiamo ancora capito che le migrazioni non sono un’emergenza, ma un fatto strutturale che va governato perché guerre, mutamenti climatici, ricerca di migliori condizioni di vita continueranno a caratterizzare il nostro mondo.

Ecco che mentre il governo italiano decide ostacolare i salvataggi decidendo che questi debbano essere fatti “singolarmente” e fatti sbarcare nel porto più lontano possibile, i dati ribadiscono che su oltre 100 mila migranti arrivati in Italia, via Mediterraneo, nel 2022, solo il 10% lo ha fatto grazie ad una ONG. In fondo, quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito… e operando sul dito crede di cambiare la luna…
Non ci resta, allora, che augurarci per il 2023 un vero cambiamento di prospettiva che, invece di accorciare o allungare il dito che indica le migrazioni come un fenomeno da contrastare, favorisca la costruzione di un sistema legale di partenza, accoglienza e integrazione in accordo con i Paesi di origine.

Buon 2023 a tutti!

Scalabriniani.net – Congregazione Scalabriniana

Centro Studi Emigrazione Roma | CSER