Il Centro d’Ascolto Diocesano “G.B. Scalabrini” per immigrati è nato come progetto di sinergia tra le parrocchie della zona pastorale di Reggio Centro. Inizialmente fondato e gestito dalle Suore Scalabriniane, nel 2012 ha sede nei locali della parrocchia SS. Filippo e Giacomo in S. Agostino, affidata ai Missionari Scalabriniani.
Reggio Calabria: il report delle attività del Centro Migranti 2022
Nel corso dell’anno 2022 si è vissuto un progressivo allentamento delle restrizioni adottate per contenere la diffusione della pandemia. Così, è stato possibile riprendere a pieno regime attività e servizi che un tempo scandivano la vita ordinaria del Centro “Scalabrini”. Di fatto, seppure continuando ad osservare scrupolosamente le basilari norme igienico-sanitarie, non è mai venuta meno la dimensione dell’accoglienza e dell’ascolto delle persone in situazioni di disagio e di vulnerabilità. Così come non si è mai interrotta la distribuzione di generi alimentari, con particolare attenzione alle famiglie numerose, ai fanciulli e ai disabili. È stata sempre garantita l’assistenza nella gestione di procedure amministrative e legali. Il Centro si è fermato soltanto per alcuni giorni durante il periodo pasquale e quello natalizio; nella pausa estiva, la parrocchia si è fatta carico di erogare sporadici aiuti economici per emergenze di vario genere (utenze, viaggi, medicine, ecc.) e, soprattutto, fornendo generi alimentari di prima necessità.
Dopo la pausa estiva, con la riapertura degli istituti scolastici, anche il Centro ha ripreso a pieno ritmo, gratuitamente, l’accompagnamento del doposcuola e ha riavviato i corsi di lingua italiana. Quattordici docenti volontarie hanno assunto l’impegno di seguire personalmente altrettanti studenti nell’espletamento delle esercitazioni scolastiche, mentre tre insegnanti hanno impostato dei corsi di alfabetizzazione, due volte alla settimana, per una trentina di adulti.
L’aumento delle migrazioni e il Centro “Scalabriniani”
Nell’arco dell’anno, il Centro ha registrato 3193 passaggi, con una lieve diminuzione rispetto all’anno precedente, quando i passaggi erano stati 3278.
La nota da rilevare, però, riguarda un’importante scostamento di genere su questo numero di persone che, una o più volte, sono state assistite nelle loro necessità. Infatti, mentre nel 2021 le presenze al femminile hanno raggiunto il 56,1%, accanto al 43,9% di quelle al maschile, nel corso del 2022 i passaggi di donne sono stati 2118 (pari al 66,3%), mentre quelli degli uomini sono stati 1075 (pari al 33,7%).
Già nell’anno passato era emerso l’incremento dei flussi migratori dai Paesi dell’Est Europa e, nel 2022, questa tendenza ha trovato ulteriore conferma e concerne soprattutto giovani donne, mamme e nonne in età lavorativa, in genere sole o insieme ad altre donne con cui hanno rapporti di parentela o di amicizia, che vengono richiamate per la cura degli anziani a domicilio, per i lavori domestici o, si sospetta, anche per qualche attività sommersa nell’illegalità, nascosta e invisibile. Ecco, allora, che si comprende l’alto numero di registrazioni, prime nell’elenco, dalla Georgia (32,6%), che hanno superato quelle del Marocco (22,6%), che in passato occupavano sempre il primo posto. Tenendo in conto che il Centro “Scalabrini” ha sede nei locali della parrocchia territoriale, situata nel centro storico della città, non sorprende che il terzo posto continui ad essere occupato da cittadini italiani, senza variazioni di rilievo rispetto al 2021 (12,5%).
Il Centro “Scalabrini” e l’accoglienza nei confronti dei migranti
Nell’arco del 2022 sono state accolte persone di 44 nazionalità. Dopo Georgia, Marocco e Italia, il Paese maggiormente rappresentato è stato l’Ucraina (6,5%), sebbene le conseguenze del conflitto in atto e i gravi disagi che stanno martoriando il Paese facessero presagire un afflusso anche più ampio, numericamente parlando, per la richiesta di aiuti di vario genere. C’è da ritenere, però, che i profughi Ucraini abbiano ottenuto accoglienza e sostegno da varie fonti, soprattutto nella cerchia dei parenti e degli amici. E, in ogni caso, pare che i flussi degli sfollati Ucraini si siano diretti in misura molto limitata a Reggio Calabria e in genere nel Sud Italia. Il Centro “Scalabrini”, poi, ha assistito persone provenienti dall’India (4,8%), dalla Romania (2,9%), dal Bangladesh (2,5%), dalla Polonia (2,1%), dal Senegal (2,1%), dalla Repubblica Dominicana (1,6%), dalla Moldavia (1,6%), dalla Macedonia (1,3%), dalla Nigeria (0,9%), dal Pakistan (0,9%), dalle Filippine e dalla Tunisia (0,7%). Percentuali minori si sono registrate dalla Turchia, dalla Somalia, dalla Siria, dalla Federazione Russa, dal Mali, dalla Colombia e dall’Algeria. Infine, vi sono state presenze anche da Afghanistan, Albania, Argentina, Bolivia, Bosnia, Brasile, Bulgaria, Costa d’Avorio, Ecuador, Egitto, Germania, Libano, Libia, Mauritius, Montenegro, Nuova Guinea, Serbia, Seychelles, Sierra Leone, Sri Lanka e Venezuela.
Coloro che si sono rivolti al Centro anzitutto hanno presentato richieste di aiuto per far fronte ai bisogni primari: generi alimentari e beni di consumo (49,7%), articoli per l’infanzia (2,9%) e interventi immediati di carattere economico per pagamenti vari (ad esempio farmaci, pratiche amministrative e utenze domestiche, pari al 4%). Poi, il Centro ha offerto assistenza a chi aveva bisogno di informazioni e supporto per tutto ciò che attiene all’ambito legale-amministrativo (37,4%). In questo settore si collocano soprattutto la consulenza nella compilazione della modulistica e nella gestione dell’intera procedura per ottenere permessi/rinnovi per il soggiorno, la cittadinanza, i ricongiungimenti familiari, qualche forma di protezione umanitaria; solleciti per ottenere l’erogazione di misure assistenziali; il patrocinio nei processi penali e l’assistenza nelle procedure relative al mercato del lavoro. Rientrano in questa categoria anche gli aiuti per ottenere appuntamenti (con la Questura, con la Prefettura, con l’Agenzia delle entrate, con l’INPS), le richieste per assegnazione del medico, per la registrazione dei contratti di lavoro e, in generale, per tutto quello che riguarda il settore dell’informatica.
Infine, per ascoltare le storie di vita degli utenti, si sono messi a disposizione qualificati operatori del Centro, che hanno raccolto le loro confidenze spesso segnate da traumi, ingiustizie e violenze subite nelle occasioni più disparate (1,3%). Insieme alla dimensione dell’ascolto, sono state accolte le domande di chi era in cerca d’occupazione (2,6%), che poi sono state messe a confronto con le offerte di lavoro (2,1%), offrendo adeguate soluzioni per chi affrontava condizioni di vulnerabilità, di povertà o di totale indigenza.
A cura di P. Gabriele F. Bentoglio
Parroco, direttore del Centro diocesano “Migrantes”