Scalabriniani nel mondo: l’operazione in Sud America che salva due giovani vittime di tratta. Grazie al lavoro coordinato delle reti scalabriniane, le giovani Paloma e Araceli (pseudonimi) sono potute tornare sane e salve ad Asunción, in Paraguay, dopo essere state ingannate da trafficanti di esseri umani che avevano promesso loro opportunità di lavoro in Brasile. Il caso evidenzia la presenza di reti di trafficanti di esseri umani in Sud America, ma anche l’efficacia del lavoro di rete dei vari organismi ecclesiastici scalabriniani e non, nella difesa delle potenziali vittime.

Grazie a un lavoro coordinato tra la Rete Scalabriniana Internazionale per le Migrazioni (SIMN) e la CIBAI Migracoes di Porto Alegre, in Brasile, le giovani paraguaiane Paloma e Araceli (pseudonimi), rispettivamente di 20 e 19 anni, sono state salvate da una rete di trafficanti e aiutate a tornare sane e salve ad Asunción, in Paraguay.
Questa storia ha inizio con la telefonata della madre di una delle due ragazze a padre Jairo Guidini cs, direttore esecutivo del SIMN, conosciuto durante la missione scalabriniana di Asuncion. La richiesta: far tornare le ragazze in Paraguay da Sant’Ana do Livramento, una città brasiliana confinante con l’Uruguay.
La donna ha spiegato che le due giovani avevano accettato un’allettante offerta di lavoro in Brasile ed erano state portate immediatamente a Sant’Ana do Livramento. Questo senza tener conto del fatto che si trovassero in una condizione migratoria irregolare. Dopo alcuni giorni di lavoro, i trafficanti avrebbero informato le ragazze che, per rimanere nel luogo, avrebbero dovuto fornire prestazioni sessuali. Dopo il rifiuto netto delle giovani, i trafficanti hanno provato a rubare loro i telefoni, per impedire i contatti con l’esterno. Le due ragazze sono però riuscite a fuggire, rivolgendosi successivamente alla polizia civile e poi Federale e ricevendo un permesso di immigrazione provvisorio.

cc: neodemos.it
Dopo la telefonata della madre a padre Jairo, quest’ultimo ha contattato padre Heitor Di Domenico e Luciele Scapini, che lavorano presso la missione scalabriniana di Porto Alegre, al Centro Ítalo-Brasileiro de Assistencia e Instrucao as Migracoes (CIBAI Migracoes), per cercare una soluzione. Così, Paloma e Araceli sono state accompagnate da un sacerdote, amico di padre Heitor, per poter salire in sicurezza sull’autobus che le avrebbe portate da Sant’Ana do Livramento a Porto Alegre. Giunte a destinazione, padre Heitor ha dato loro i biglietti dell’autobus che le avrebbe portate ad Asunción, per ricongiungersi felicemente con le loro famiglie.
Questo lieto fine non è molto comune in storie di questo tipo, come è noto. Tuttavia, evidenzia l’efficacia del lavoro di rete che, con l’aiuto di Dio, rende possibile un’azione coordinata e tempestiva.