Charles Dickens descriveva l’azzurro del Mediterraneo con vena romantica, evidenziandone le sfumature e la vividezza. Eppure, oggi, quello stesso azzurro si tinge di colori certamente più cupi che spesso parlano di tragedie, morti e vite spezzate.
Proprio da qui si può partire per spiegare l’oggetto del volume “Libyagate. Inchieste Dossier Ombre e Silenzi”, pubblicato sull’Avvenire con la firma di Nello Scavo. Il libro, già presentato in un articolo pubblicato sulla rivista “Scalabriniani”, affronta i problemi della realtà libica nell’ottica delle migrazioni verso l’Europa.
“Libyagate”, nello specifico, non rappresenta solo un’indagine svolta da alcuni reporter, ma anche un oscuro episodio, largamente ignorato e frequentemente celato, che trova il suo scenario primario nelle prossimità del Mar Mediterraneo, luogo di antiche civiltà. In una Libia già sconvolta dalle lotte tra fazioni e clan, si svolgono gli atroci eventi dei migranti: uomini, donne e bambini che subiscono torture, violenze e omicidi per mano dei trafficanti. La tragedia si consuma anche nei centri di detenzioni governativi, che trovano il supporto dell’Europa stessa e che permettono una prosecuzione costante di torture e maltrattamenti.
