Negli ultimi anni il fenomeno migratorio ha subito cambiamenti drammatici, dovuti alla globalizzazione dei mercati, alla crisi pandemica, alle calamità naturali e alle conseguenti ripercussioni sul mondo della finanza e dell’economia mondiale. Tutto ciò ha colpito economicamente i paesi più poveri, “fossilizzandoli”, anzi facendoli arretrare ancora di più in una situazione economico-politico-sociale, in perenne crisi e con poche possibilità di cambiamento o di soluzione.

Partendo dalla nostra missione, dalla nostra esperienza, dalle nostre conoscenze, dal nostro incontro diretto e di servizio ai migranti, ci rendiamo conto che le migrazioni irregolari sono il prodotto di una strategia perversa e di un sistema incapace di rispondere alle cause strutturali di migrazione. I settori più deboli, i più colpiti in tutti i paesi, trovano nelle migrazioni la via più naturale ed efficace per uscire da uno stato di povertà e miseria, una vera e propria “valvola di sfogo”. Grandi esodi umani si spostano così verso le aree di concentrazione delle ricchezze (USA, Canada, Europa).
Un’altra realtà tragica del fenomeno migratorio è quella dei deportati dagli USA e dal Messico. Nel 2022 più di 94.000 donne e uomini guatemaltechi hanno visto stroncato il loro sogno di poter vivere una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie, dopo essere stati catturati nel lungo viaggio verso il nord, e di conseguenza deportati in Guatemala.
Dal 2011, come Scalabriniani accompagniamo questi “deportati” offrendo loro vari servizi, tra cui la permanenza presso la nostra Casa del Migrante ‘Scalabrini’ per riposare, cambiare i vestiti, ricevere consigli. Anche la Casa del Migrante di Tecun Umán fornisce tali servizi al confine con il Messico, dove ogni settimana arrivano decine di autobus colmi di migranti deportati, catturati in Messico.

Ben presto le due Case di Tecun Umán e della Capitale diventano luogo di incontro e di riferimento migratorio per la Chiesa locale e le Università: insegnanti, studenti, ricercatori, giornalisti interessati a studiare e conoscere il fenomeno delle migrazioni partendo da “situazioni di vita reale”.
Per gli Scalabriniani la dimensione del servizio e della presenza diretta nelle situazioni quotidiane del migrante è il fondamento di una vera pastorale migratoria che, fondata in una fede incarnata, è diventato stile e dono di vita.
Ricordando i primi interventi scalabriniani nel mondo delle migrazioni alla fine del XIX secolo, nei porti europei di partenza e di arrivo nelle Americhe, troviamo similitudini e analogie con le attuali Case Scalabriniane del Migrante in Guatemala e nella regione in cui operiamo. Gli elementi salienti duraturi anche nella diversità dei contesti geografici, storici e politici e nella mutevolezza del fenomeno stesso, continuano ad essere:
- Assistenza basica e di emergenza (alloggio, vitto, vestiario, calzature, articoli per l’igiene personale);
- Cure mediche e medicinali;
- Assistenza umana e spirituale;
- Consulenza legale, promozione e difesa dei diritti umani del migrante e del rifugiato;
- Orientamento e consulenza al lavoro;
- Sensibilizzazione, formazione;
- Materiali didattici e pubblicazioni;
Advocacy e consulenza nei governi, nella Chiesa, nel mondo accademico.
Nel 2021, gli Scalabriniani hanno cominciato una nuova missione, l’Apostolato del Mare a Puerto Barrios, Izabal, sulla costa orientale del Guatemala. È il porto più grande dove confluiscono migliaia di marittimi impiegati nel trasporto di container e prodotti vari.

Anche in questo caso, la missione scalabriniana, sull’esempio del nostro Santo fondatore, Giovanni Battista Scalabrini, è quella di dar “voce a chi non ha voce”, accompagnando fisicamente e spiritualmente il migrante nel suo cammino di vita degna, tramite l’opera di case del migrante, mense, uffici di servizio e case di accoglienza, per alleviare almeno in parte quelle sofferenze che la migrazione infligge a migliaia di migranti e rifugiati.